top of page

Dietro le domande del Selezionatore!

Che cosa ricerca il Selezionatore durante il colloquio? Cosa vogliono dire quelle sue maledette domande, che il più delle volte ci spiazzano?? Guardiamole insieme...

Perché aspira a questo lavoro?

Parola chiave: motivazione. Fai capire al selezionatore il tuo reale interesse per quel lavoro (e non perché ormai hai studiato quella facoltà e questo è il naturale sbocco lavorativo), cosa ti motiva di quel lavoro?

Nel caso in cui invece al momento si stia già lavorando il selezionatore vorrà sapere la nostra motivazione di cambiamento (cosa ci spinge a lasciare l'attuale posto di lavoro per quell'azienda). La giustificazione dovrà ricadere su aspetti lavorativi e di crescita professionale e non su meri motivi economici.

Perchè ha scelto di candidarsi qui da noi?

Si tratta del lavoro che hai sempre sognato o di una soluzione d’emergenza?

L’imprenditore desidera che la sua azienda sia la tua prima scelta.

Consiglio: informarsi il più possibile sulla filosofia dell'azienda tramite il sito aziendale e articoli riguardo l'impresa; se in essi troviamo valori che condividiamo (es. attenzione per l'ambiente, alle minoranze etniche ecc.) è opportuno farli risaltare.

Perché dovremmo scegliere lei?

Domanda gettonatissima e classica dei selezionatori ed essenzialmente ciò che si vuole sapere è il contributo che potremmo dare all'azienda. In modo un po' sfacciato dobbiamo evidenziare i nostri pregi senza nascondere gli aspetti su cui sappiamo di dover migliorare; l'autocritica è importante per far capire all'interlocutore che sappiamo dove siamo e dove vogliamo arrivare.

Quali obiettivi si è prefissato per i prossimi anni? Dove si vede tra cinque o dieci anni?

Chi chiede ha bisogno di sapere se ci sono degli “obiettivi fissi” nella tua vita o se, invece, vivi alla giornata. Dalle risposte l’interlocutore capisce quanto forte è la tua motivazione.

Com’è stato il suo percorso professionale sino qui?

Perché ha scelto questa scuola o questa specializzazione?

Si cerca di capire se c’è un denominatore comune che lega i vari aspetti della vita. Nei limiti del possibile è utile, dato che si tratta di una domanda che torna molto spesso, prepararsi prima creando una sorta di “storia”, evitando di elencare come una lista della spesa le varie scuole ed esperienze avute fino a quel momento.

In che modo raggiunge gli obiettivi in collaborazione con altre persone?

Questa domanda è finalizzata a conoscere le tue competenze sociali e la tua capacità di collaborazione. Possiamo quindi portare esempi concreti di esperienze lavorative passate od extra-lavorative che hanno permesso di farci crescere nel lavoro di squadra con colleghi e/o compagni.

In che modo sostiene il suo punto di vista di fronte ad opinioni contrarie?

Sa affermarsi nei confronti degli altri? In che modo riesce a far valere le tue opinioni o a convincere gli altri?

In un ambiente di lavoro è normale doversi scontrare con gli altri. Dobbiamo quindi trasmettere un immagine di noi come portatori di una comunicazione costruttiva e non distruttiva verso gli altri.

Descriva il rapporto con i suoi vecchi colleghi.

Si desidera valutare la capacità di lavorare in team e di inserirsi nel gruppo di lavoro. Se racconti di evidenti difficoltà con un collega, occorre fare attenzione affinché ciò non venga interpretato in maniera negativa per te, evitando che ti si giudichi un tipo rigido non collaborativo o difficile.

È in grado di produrre dei risultati in situazioni di stress?

In gran parte delle aziende la capacità di affrontare carichi di lavoro importanti è un argomento frequente. Si pretende molto dai dipendenti. Per questo è importante sapere come le persone affrontano le situazioni impegnative e stressanti.

In che modo fissa, pianifica e porta a termine le priorità?

Con questa domanda l’intervistatore desidera sapere di più sulle capacità di risoluzione dei problemi. Anche in questo caso rifarsi ad esempi concreti, che si rifacciano alla vita professionale o non, aiuta a farci comprendere appieno dal selezionatore.

Quali sono i suoi punti di forza? E le sue debolezze?

In questa domanda è bene concentrarsi sugli aspetti professionali, ma in ogni caso occorre riportare sia gli aspetti positivi che quelli negativi. Un’eccessiva modestia è inefficace esattamente quanto lo è un’eccessiva consapevolezza di sé. Ogni debolezza può essere intesa anche come punto di forza. In ogni caso occorre evitare frasi fatte che non corrispondono alla realtà. La cosa migliore è indicare una debolezza non decisiva per il lavoro a cui si ambisce.

Quali sono i suoi hobby?

Si cerca di capire meglio la tua personalità. Ad esempio, gli sport di squadra spesso delineano persone con capacità di operare in un team, mentre gli sport individuali (ad es. bicicletta, jogging, ecc.) possono indicare una preferenza a lavorare da soli.


  • Facebook Social Icon
  • LinkedIn Social Icon
  • Instagram Icona sociale
  • icon450_686449807
  • 768px-Email_Shiny_Icon.svg-57fd8b3a3df78c690f82ca98
bottom of page