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Essere Tirocinante

Il tirocinio è lavoro! Coinvolge le tue risorse interne, ti mette alla prova, testa il tuo carattere, ma non tutti ne fanno tesoro.

Purtroppo ho conosciuto tirocinanti che per gestire l’ansia dei primi mesi di lavoro, utilizzavano la scusa di “essere un tirocinante”. Così come avvolti dal mantello dell’invisibilità, riuscivano a rimanere distaccati dalle responsabilità e problematiche della vita di ufficio. Facevano il loro compitino perché ritenevano importante fare “l’esperienza lavorativa” ma mai qualcosa in più, pensate che la sua frase guida era “ va bene tutto, basta che arrivi il weekend”.

Quando svolgi un tirocinio, soprattutto le prime settimane, i tuoi compiti sono semplici, banali, quasi da dire “cavolo ho studiato tutta una vita e mi fanno fare queste cose che farebbe chiunque?”.

Ecco quello è il periodo che serve per valutare se siete in grado di non farvi scoraggiare dalla routine (che può essere una bestia dura), è il periodo che serve per capire come svolgete i compiti assegnati, se li fate il più presto possibile per poi passare allo step successivo o se ve li portate dietro tutto il giorno. Serve per capire quanto valete in situazioni di imprevisti o quando vi sacrificate per l’azienda. Insomma sono tutti indizi per testare la vostra motivazione e capire se credete in quell’azienda o contate le ore prima della fine della giornata.

Cosa può darvi un tirocinio oltre a mettere alla prova le competenze apprese nello studio?

- L’idea di cosa significa partire dal basso.

- Come ci si comporta sul posto di lavoro

- Il rapporto con il cliente, con i colleghi e con i superiori.

- La responsabilità.

- Che la vita è migliore se hai ambizione.

- Che la cosa che conta di più, nel mondo del lavoro, è saper imparare.

Un tema che ho sentito molte volte riguarda, per esempio, la gestione del rapporto con gli altri. Soprattutto con i clienti ma anche il rapporto con i colleghi più anziani può essere un momento delicato, ma non impossibile da gestire…. pensa: ti viene insegnato quello che devi fare, ascolta! Non essere presuntuoso, sei li per imparare, prova il metodo che ti diranno come un vestito e senti come ti sta.

Il passaggio successivo è personalizzare il metodo, non siamo macchine da impostare e via, all’interno di quel modello crea il tuo modo, che riesca a rappresentarti! (anche per uscire dalla massa e fare ottima impressione).

Non snaturatevi dite chiaramente cosa non vi convince, esprimete a voce alta il disagio nel fare qualcosa, ma nonostante questo agite, arrivate ad un compromesso, siate flessibili.

Un altro cosa interessante che molti si dimenticano (io compreso) è che il primo giorno di tirocinio non è il primo giorno per tutta l’azienda! Non è come essere finalmente arrivato all’appuntamento della gara di ciclismo, incontri i colleghi, presentazioni varie poi tutti pronti 3 2 1 via e si inizia! Qui la gara è già iniziata, i tuoi colleghi pedalano da anni e pochi decidono di rallentare per spiegarti qualcosa… quindi non aspettate sempre che siano i vostri responsabili ad assegnarvi compiti da svolgere.

Se non avete molto da fare, mostratevi proattivi chiedendo, a pausa pranzo o fine giornata, in quale modo potete aiutarli maggiormente.

Oppure, una cosa molto interessante e premiante, sarebbe sfruttate il tempo a vostra disposizione (oltre a fare quello che dovete fare) per capire se siete in grado di apportare un contributo all’azienda, ad esempio proponendo qualche nuova iniziativa o progetto.

Ultima cosa, non smettete mai di migliorare! Dopo un mese dall’inizio della vostra esperienza, chiedete al vostro tutor se ha delle osservazioni da farvi e se potete migliorare in qualche cosa. Vi sarà utile sia per imparare a gestire le critiche, sia per mostrare al vostro responsabile di voler dare il meglio.

https://www.randstad.it/candidato/career-lab/archives/i-7-migliori-consigli-per-trasformare-uno-stage-in-unesperienza-di-successo_749/


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