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La “vacanza” dopo la fine di un'esperienza lavorativa


Molto spesso, soprattutto negli ultimi anni, si sente sempre di più parlare di flessibilità lavorativa. Questo concetto si traduce concretamente nella possibilità di dover cambiare impiego con frequenza durante il tempo. Le cause possono essere molteplici ma non è quello che ci interessa analizzare oggi.

Ciò di cui tratteremo, dal punto di vista del lavoratore, è quel particolare periodo in cui un'esperienza professionale è terminata e dobbiamo rimboccarci le maniche e rientrare nel mondo del lavoro. In generale si parlerebbe di disoccupazione ma la breve analisi che verrà fatta inizia prima di questa definizione e prima ancora di ributtarsi nel mare delle offerte di lavoro.

Un'esperienza lavorativa, breve o lunga che sia, impiega la gran parte delle nostre giornate e non ci permette di scansionare con frequenza il settore lavorativo di appartenenza in modo da essere ricettivi e immediati quando ce ne sarà il bisogno.

In quel momento stiamo solo pensando a fare bene, ad impegnarci per avere le maggiori possibilità di continuare a lavorare ed essere riconfermati.

Ma cosa accade quando questo svanisce?

Questo periodo di “vacanza” tra l'impiego appena concluso e (si spera) l'impiego futuro viene tradotto nella maggior parte dei casi con quest'azione: “da domani ricomincio a inviare il curriculum!”.

Quest'azione viene effettuata per ansia e paura di perdere tempo ed occasioni irripetibili, ci si butta a capofitto nel sopracitato mare delle offerte di lavoro, ma senza pinne ne boccaglio.

Cosa fare allora?come comportarsi in quella situazione che può non essere quella che stiamo vivendo in questo momento ma che potrà capitarci in futuro?.

Potrà sembrare semplice retorica ma la prima e fondamentale cosa da fare è rimanere calmi e non farsi prendere dalla fretta.

L'obiettivo principale deve essere ritornare a cercare lavoro con la consapevolezza delle competenze e capacità acquisite in precedenza, in modo da aumentare le possibilità non solo di trovare un nuovo impiego ma il giusto impiego per noi.

Per far questo è essenziale utilizzare uno strumento tanto semplice quanto articolato, il bilancio delle competenze. Quest'ultimo può avere infinite varianti ed infinite possibilità; a livello professionale viene molto utilizzato dagli studi di consulenza, dai Coach e dalle società che si occupano di ricollocazione nel mondo del lavoro (http://www.orientamento.it/indice/cose-il-bilancio-di-competenze/).

Ma come utilizzarlo in maniera “light” se non abbiamo le possibilità economiche per rivolgerci ad un consulente?

Il bilancio è essenzialmente un percorso che la persona deve intraprendere e la strada rappresenta le sue esperienze lavorative. Permette di chiarire con se stessi ciò che si conosce e che si sa fare (le competenze e le capacità maturate). Possiamo quindi, armati di carta e penna, mettere nero su bianco le attività elementari che scandivano le nostre giornate lavorative; è necessario sezionarle “a livello molecolare” non lasciando niente al caso. Molto spesso infatti mansioni banali e semplici per noi possono risultare essenziali e non così scontate in altri ambienti lavorativi.

Tutto questo ci aiuterà anche con l'aggiornamento del nostro curriculum in modo da far risaltare ancora di più agli occhi del selezionatore l'esperienza appena conclusa.

Dopo aver compiuto questo primo ma fondamentale passo è necessario capire come e dove poter impiegare tutte queste competenze maturate. Il lavoro che ci lasciamo alle spalle potrebbe aver dato conferma di ciò che vogliamo fare nella vita o aver fatto nascere ancora più dubbi. Bisogna dare una direzione alla nostra futura occupazione e il chiarire con se stessi in quale settore e impiego volersi ricollocare è di estrema importanza; inoltre la conoscenza del proprio mercato di riferimento risulta obbligatoria se vogliamo crescere a livello professionale. Per questo ci viene in aiuto la Rete, intesa sia online che offline (network di persone), che ci permette di scoprire realtà aziendali e settori nuovi che non avevamo ancora considerato.

Tutto questo ci porta all'ultimo punto del nostro percorso, il reinserimento lavorativo. Dopo aver chiarito con noi stessi cosa sappiamo fare e dove vogliamo utilizzare queste conoscenze dobbiamo procedere con quell'azione che all'inizio veniva effettuata con paura e ansia: l'invio del nostro curriculum. A questo punto del nostro percorso le emozioni non saranno le solite ma saremo sicuramente più carichi e consapevoli dei nostri mezzi, così da ottimizzare le nostre possibilità di successo.

In conclusione, il bilancio professionale potrà sembrare uno spreco di tempo e riguardo a quest'ultimo aspetto posso anche essere d'accordo. Come ogni strumento di analisi ha bisogno di pazienza ma non sarà assolutamente tempo buttato via, sarà al contrario un investimento per un nuovo e migliore impiego futuro.


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