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Capacità di programmare e di programmarsi

Dovremmo essere tutti “un po’ ingegneri” in ciò che facciamo, in quanto oggigiorno diventa sempre più urgente e fondamentale saper progettare e programmare al meglio le attività che decidiamo di intraprendere.

Prendo come esempio il campo dello sport, che è un ambito che conosco molto bene e al quale appartengo da quando sono piccolo. Prima di iniziare una stagione sportiva è fondamentale che la squadra venga progettata e poi creata il linea con quelli che sono gli obiettivi che si vogliono raggiungere. Successivamente vengono messe insieme le “teste” che poi sceglieranno i giocatori e, in base alle risorse che questi ultimi possono mettere a disposizione, viene programmato il lavoro da fare, dentro e fuori dal campo, a partire dal precampionato, per passare poi alla stagione regolare e in fine agli eventuali playoff.

Un marinaio che non sa dove andare navigherà sempre al buio.

Questa famosa massima mette in evidenza quanto sia fondamentale ai fini di una buona riuscita, conoscere e vedere in primis dove si vuole arrivare. Una volta stabilito uno o più obiettivi realistici, coerenti e in linea con le capacità e le risorse attuali e quelle future previste, si passa a delineare la rotta e si impostano degli step intermedi che permettano agli “allenatori e ai giocatori” di monitorare costantemente a che punto del percorso si è arrivati e se è necessario o meno correggere la rotta.

Il segreto di una buona prestazione sportiva resta però la costanza di allenamento. La partita è lo specchio di come ci si allena. Se un atleta si allena in maniera soft, con poca costanza, saltando pigramente una serie ogni dieci esercizi, quando sarà il suo turno in campo sicuramente indietreggerà al primo contatto, si scoraggerà alla prima difficoltà e non sarà concentrato sulla vittoria, ma più probabilmente sul tempo che manca per finire la partita e andare a casa. Per fortuna però esistono anche persone più focalizzate, che anche nei giorni in cui vi sono meno motivazioni ed energia vanno comunque in palestra ad allenarsi e lo fanno in modo presente, concreto e consapevole. Coloro che andranno oltre alla pigrizia e alle distrazioni mentali, allenandosi duro, saranno sicuramente pronti a mettere in campo una prestazione elevata il giorno della gara e a non farsi abbattere degli ostacoli che incontreranno.

“The harder you train, the harder it is to give up” Vince Lombardi.

Questo “metodo di allenamento” dello sport può e deve essere sfruttato anche negli altri ambiti della vita. Lo studente che ha un esame importante tra tre mesi acquisirà sicuramente le competenze necessarie a comprendere la materia e l’argomento in questione, e quindi di conseguenza a passare l’esame, se programmerà in modo oculato il proprio percorso di studio in sessioni quotidiane, rimanendo focalizzato sull’obiettivo, e senza farsi distrarre da smartphone, tv, ecc. La sessione di studio deve diventare come la sessione di allenamento di un atleta professionista, dove il telefono viene spento, i problemi si lasciano nello spogliatoio e l’unica cosa importante in quel momento diventa ciò che si sta facendo.

Per poterlo fare è necessario stilare una sorta di “scala delle priorità”, imparando a dire di no alle miriadi di distrazioni che ci raggiungono ogni giorno e a scegliere quali sono le attività, i pensieri, i prodotti e le azioni che intraprendiamo e ci portano la stragrande maggioranza dei risultati positivi. Voglio citare il libro di Richard Koch “È facile usare il 100% del tuo cervello se sai come farlo” (Newton Compton Editori) che espone perfettamente il metodo 80/20.

Secondo l’autore (e numerose ricerche universitarie), la maggior parte dei risultati che otteniamo deriva da una piccola parte dei prodotti, dell’energia e/o del tempo speso in quel campo. Diventa fondamentale quindi individuare quel 20% di attività che vengono svolte che portano l’80% e più dei risultati ottenuti. Ad esempio, un commerciale potrà eseguire uno screening dei clienti per poter selezionare e curare soprattutto quelle poche aziende che producono la maggior parte del suo guadagno; uno studente potrà selezionare quelle attività di studio e preparazione all’esame che sono più profittevoli e “puntare forte” su di esse per non sprecare tempo; ognuno di noi dovrebbe fare una “selezione” delle amicizie e delle relazioni interpersonali, dando molta più importanza a quelle poche, anzi pochissime, che ci forniscono la quasi totalità delle emozioni più belle e sincere, coltivandole e spendendoci più tempo e attenzione.

In questa piccola pillola ho parlato di tre importanti fattori e metodologie che possono e debbono essere sfruttate in ogni ambito della vita. Ognuno di noi deve sapere dove vuole arrivare, quali sono i suoi obiettivi riguardanti un determinato argomento programmando una o più rotte che lo conducano alla meta. Diventa necessario imparare ad attraversare le tempeste o a girarci intorno senza mai smettere di remare, rimanendo a galla anche nei momenti peggiori. In fine, una volta che comprendiamo quali sono le correnti e i venti con i quali abbiamo a che fare possiamo sfruttarli per non sprecare più tempo ed energie massimizzando al meglio i risultati desiderati.

Alla prossima pillola.


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