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Il tramonto del CEO

Crisp è un’azienda svedese di consulenza informatica che conta circa 40 dipendenti e tra questi non c’è nessun capo o responsabile!

Come è possibile ? Il pensiero comune è che una delle chiavi del successo per un’azienda sia quella di avere alla guida un leader autorevole e capace, beh Crisp non è un’azienda comune come dimostrano le sue scelte organizzative:

qualche anno fa l’azienda di consulenza software aveva deciso di cambiare annualmente amministratore delegato, scegliendolo a rotazione tra i dipendenti, in modo da rendere i lavoratori più motivati.

Da oltre nove anni però i dipendenti hanno deciso che non avevano più bisogno del tutto di un capo.

"È stato molto facile, naturale, l’amministratore delegato stesso ha finito per ammettere la sua inutilità. Non basta soltanto “eliminarlo”. Prima serve che sia inutile". Così parla della sua azienda Tomas Björkholm. Consulente nel campo software specializzato in organizzazioni agili. “Ci siamo detti: ‘cosa succederebbe se non mettessimo nessuno a fare l’amministratore delegato? come sarebbe?’ e allora ci siamo messi a tavolino e abbiamo fatto una lista delle cose che fa l’amministratore delegato”.

I lavoratori si sono rapidamente resi conto che molte delle responsabilità dell’amministratore delegato si sovrapponevano con quelle di altre figure, e che le funzioni che erano affidate solo a lui erano facilmente distribuibili tra gli altri dipendenti. E così hanno deciso di provare veramente a organizzare l’azienda senza un capo.

Da una organizzazione verticale a quella orizzontale, improntata sulla trasparenza totale in cui il tutto è la somma delle singole parti e dove c’è un “attivo calcolo della felicità dei dipendenti” . tutti i dipendenti Crisp devono compilare report frequenti rigorosamente mettendo nome e cognome proprio perché la trasparenza è tutto.

“Vogliamo feedback frequenti, non come accade per i sondaggi nelle aziende tradizionali dove passano mesi e mesi tra raccolta ed elaborazione dati. In due o tre mesi può cambiare il mondo e noi vogliamo essere nel pieno flusso” racconta Michael Göthe.

Certo, Crisp rimane un’azienda vera e propria attiva sul mercato, quindi i conti devono quadrare. A oggi il fatturato è di circa 6 milioni di euro, e negli ultimi anni è sempre cresciuto. Tuttavia, continua Göthe “lo scopo non è crescere per crescere, ma aumentare diversità di competenze e vedute. Ci piace crescere di conoscenza”.

Per legge comunque ci deve essere un consiglio di amministrazione, rinnovato ogni tre anni per via elettiva tra i dipendenti. Il suo ruolo è puramente formale, infatti le decisioni vengono prese in riunioni plenarie che coinvolgono tutti i dipendenti in una specie di felice ibrido tra l’antica democrazia ateniese e una cooperativa.

Come in tutti i luoghi di lavoro, non mancano frizioni e discussioni.

Come le affronta un’azienda in cui tutti sono sullo stesso livello? «Cercando di abbassare la tensione», rispondono in coro Michael e Tomas. Per non avere escalation, occorre essere «aperti e disponibili». L’essere open source è più di una semplice dichiarazione programmatica. Sul sito c’è una vera e propria mappatura del genoma dell’organizzazione aziendale: il «Dna Crisp». Che non è custodito gelosamente, come un segreto, ma che gli stessi dipendenti vogliono divulgare e condividere. C’è insomma un fine etico, che si traduce anche nello scegliere con chi non lavorare.

Per riassumere, niente capo, struttura orizzontale, decisioni prese collegialmente, monitoraggio della felicità collettiva e open source. Il «modello svedese» è una rara eccezione, oppure qualcosa di più? Secondo Luca Solari, professione di organizzazione aziendale all’Università degli Studi di Milano: «È ancora un’eccezione, un modello per certi versi favorito dalla proliferazione delle start-up. Ma ci sono ragioni organizzative innegabili: il verticismo e la gerarchia sono nati in un contesto diverso». Attualmente in molti lavori il vecchio modello non avrebbe quasi più necessità di esistere. «È stato messo già pesantemente in crisi dall’arrivo dell’informatica. Oggi possiamo tranquillamente immaginare delle organizzazioni fatte da nuclei che gestiscono collegialmente i problemi senza autorità decisionale». Allora il capo non serve davvero più? Sì e no, conclude Solari: «Nell’antica funzione di decisore ultimo, in diversi contesti, non serve più. Ma può essere importante dal punto di vista psicologico. Come motivatore di gruppo».

http://www.corriere.it/digital-edition/CORRIEREFC_NAZIONALE_WEB/2017/03/26/19/il-capo-qui-e-inutile-lazienda-orizzontale-dove-nessuno-comanda_U43300327397992Z0C.shtml


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